Mi capita ogni tanto di entrare in un negozio per cercare un vestito da mettere in un’occasione speciale, come un compleanno o una appuntamento, piuttosto che qualcosa di carino da poter indossare tutti i giorni. Il dramma avviene quando mi si avvicina la commessa che, con vocina suadente e sorriso a settantacinque denti, mi investe di domande: “Ciao, ti posso aiutare? Stai cercando qualcosa in particolare? Avevi già visto qualcosa?“. Io, in buona fede, la metto anche al corrente della mia ricerca: errore! Lei, partita in quarta, inizia a volteggiare come una trottola tra stand e appendiabiti, tirando fuori vestiti e rimettendone dentro altri mentre parla ininterrottamente: “…allora sì, per quella serata ti vedrei con un taglio ad A, anche se forse uno stile impero ti donerebbe di più, ma perchè non provare un trapezio smanicato oppure una gonna a palloncino?” e via dicendo, per altri dieci minuti. Ora, la domanda che automaticamente insorge in me dopo un monologo del genere è: ma quanti modelli di vestiti esistono?
Memore delle mie esperienze, ho fatto delle ricerche, e sono arrivata a due conclusioni. La prima è che sono davvero tanti, e dai nomi più svariati. La seconda è che a proposito di questo è necessario riassumere in uno schema i modelli, o almeno i più importanti, soprattutto quelli che mi sembrano di uso più quotidiano (tralasciando ad esempio i vestiti da sposa, ai quali dedicheremo un altro post). Ecco quindi il mio vocabolario dei vestiti, ovvero il Vestitolario, che verrà aggiornato con il tempo e con i vostri suggerimenti.
Cominciamo!
linea ad A: vestito dal taglio stretto sulle spalle che gradualmente si allarga verso l’orlo; di solito arriva non più sotto del ginocchio, senza mettere in risalto il punto vita; la forma dà l’impressione di una lettera A maiuscola. Adatto soprattutto a chi non è tanto alta, ma portabile da chiunque.
linea ad H: vestito dal taglio molto dritto e stretto, con l’orlo che generalmente cade all’altezza del ginocchio. Chiamato anche taglio a matita, è il modello che caratterizza gli anni ’60, uno dei tanti modelli lanciati con successo, e più volte rivisitato. Un modello molto simile è la forma ad I, differenziata sostanzialmente dall’orlo che cade sotto il ginocchio.
linea a T: un’altra variazione della linea ad H; le maniche però formano una lettera T con il corpo del vestito. Ha esattamente la stessa forma di una T-shirt.
linea a V: vestito a forma di triangolo invertito, più ampio sulle spalle e aderente sull’ orlo.
linea ad X: stretto in vita e con la gonna ampia. Con la gonna a ruota, è il vestito per eccellenza degli anni ’50.
linea ad Y: una combinazione del modello ad X per la parte alta, e la line ad H per la gonna, è il modello icona degli anni ’40.
campana: stretto sul seno e in vita, con una gonna ampia che richiama come forma una campana.
charleston: dritto e ampio, lascia le braccia nude. La vita è fatta scendere sui fianchi. Chiamato anche stile Flapper, è il vestito icona degli anni ruggenti, gli anni ’20.
clessidra: di diversa aderenza, generalmente accompagna il busto adattandosi alla forma del corpo. E’ detto anche vestito da principessa.
palloncino: simile alla forma a campana, stretto sul seno e in vita, l’ampia gonna a palloncino con l’orlo che si stringe e cade sul ginocchio.
stile impero: corpetto aderente che finisce appena sotto il seno, dà l’impressione di avere la vita alta, con la gonna più o meno arricciata, permette di adattarsi a quasi tutte le forme e slancia la figura.
trapezio: stretto sulle spalle e molto ampio verso l’orlo, che generalmente cade sotto il ginocchio.
triangolo: stretto sulle spalle, con l’orlo ampio e a balze.
Ecco qua! per ora il Vestitolario è completo! Cosa ne pensate? Aspetto i vostri suggerimenti!
Hai perfettamente ragione! Io, le commesse che ti “aggrediscono” appena entri proprio non le sopporto!!
Comunque grazie per questo post super interessante!
i miei modelli preferiti sono lo stile impero, quello a trapezio e quello a clessidra! Penso che siano quelli che si adattano meglio al mio corpo diciamo “burroso”! 😉
Ruberò il tuo aggettivo, “burroso”, perchè è davvero carino!!!! 😀